Dove sono le comiche donne?

Nella comicità mi ci sono ritrovata per caso, a un certo punto della mia vita: il mio percorso è iniziato con il teatro tradizionale drammatico, ma ho avuto la fortuna di avere proprio Claudio tra i miei insegnanti alla scuola di teatro di Torino e di aver studiato con lui teatro comico.

Ben presto mi sono appassionata alla regia teatrale e quando, dopo diversi anni all’estero, è capitata l’occasione di dirigere l’Accademia del Comico, è stata una sfida, all’inizio preoccupante, ma anche molto avvincente.

I soliti nomi (di maschi)

 

Ormai sono 10 anni che dirigo e insegno comicità in Accademia e in questo mondo ho sempre visto una stragrande maggioranza di comici uomini.

Lo si evince, per esempio, da serate di spettacoli collettivi in cui, su una decina di comici che si esibiscono, la presenza di comiche donne è pressoché nulla o limitata a una donna (e solo per poter dire di aver soddisfatto la quota rosa) che spesso ricopre i ruoli di cantante o soubrette. Se si chiede agli organizzatori delle serate come mai non ci sia un equo coinvolgimento di donne, la risposta è sempre “ci sono poche donne comiche”, oppure sostengono che non facciano ridere o che parlino sempre degli stessi argomenti.

Ma questo dato emerge anche dai nomi che vengono citati dai nostri allievi – e anche allieve: quando arrivano in Accademia per la prima volta si sentono porre da noi docenti la domanda “chi è la tua comica o comico preferito?” e spessissimo saltano fuori sempre e solo nomi di comici maschi.

Perché nella comicità mancano le donne (secondo me)

 

Io credo ci siano due motivazioni alla base di questo atteggiamento.

Innanzitutto credo che chi organizza le serate preferisca coinvolgere i propri amici o contatti o persone con le quali ha già lavorato e si tenda difficilmente a voler sperimentare persone nuove, ma soprattutto – e questo è il secondo motivo – gli argomenti trattati dalle donne sono ancora molto estranei al genere maschile, o comunque vengono ritenuti meno interessanti, comprensibili solo dalle donne. È curioso, però, che invece le donne siano in grado di comprendere e apprezzare tutte le tematiche portate in scena dagli uomini, anche quelle più prettamente legate al genere maschile, mentre gli uomini facciano grossa difficoltà ascoltare e comprendere gli scenari dei mondi femminili.

È sicuramente un problema culturale che speriamo venga sempre più superato, sottoponendo sempre di più il pubblico tutto, maschi e femmine, alla comicità femminile.

È poi vero che ci sono meno donne comiche in proporzione, ma qui il motivo è – ritengo – molto semplice: essendoci meno possibilità di fruire di comicità femminile e di occasioni in cui artiste donne possano mettersi in evidenza, non si crea quel meccanismo di emulazione che porta altre donne a dire “beh, allora lo posso fare anche io”.

Un’altra cosa da tener conto è che non necessariamente tutti i comici uomini siano esattamente di alto livello. Sono tanti perché in questo caso il senso di emulazione è molto potente ma questo ci porta a ritrovare sui palchi, un po’ dappertutto, molti comici non meritevoli di essere in quella posizione.

Per tornare alla presenza femminile nella comicità, è vero che, se non tutte sono riuscite a emergere o a proseguire il loro cammino, da un lato è per la difficoltà di essere coinvolte in progetti organizzati da uomini, ma in parte a pesare è anche la pressione di dover conciliare il proprio percorso con gli impegni familiari che, ancora oggi, ricadono molto sulle donne.

Ultimamente nel panorama italiano ho visto emergere nuove figure di comiche ma, allo stesso tempo, ho visto comiche valide decidere di lasciare gli spettacoli live per dedicarsi di più ai social, al cinema e televisione o radio. Questo sicuramente perché i guadagni degli spettacoli, da soli, non potendo raggiungere grandi numeri di pubblico, non sono sufficienti né gratificanti.

Cabarazze: Cabaret Ragazze

 

Io nel mio piccolo, piccolissimo, ormai quattro anni fa, era giugno del 2018, ho cominciato a pensare che sarebbe stato il caso di fare qualcosa di utile e sono nate così le serate di “Cabaret Ragazze” la cui prima andata in scena è stata a novembre del 2018.

In questa avventura avevo coinvolto le docenti donne dell’Accademia del Comico Laura Formenti, Cristiana Maffucci e Rita Pelusio che con me hanno condotto le serate mensilmente a Milano. Dall’anno successivo è iniziata la programmazione mensile anche a Torino, a cui si sono aggiunti appuntamenti anche in altre città. Io mi sono sempre occupata della direzione artistica, contattando le comiche e creando delle serate in cui la presenza femminile, pur essendo prettamente comica, variasse da stili e provenienze geografiche diverse. C’erano quindi la monologhista, la personaggia, la clownessa, la cantante, la musicista: addirittura il primo anno era presente anche un’esponente delle arti figurative.

Interventi importanti del primo anno sono state anche le interviste a donne attive nel mondo della difesa dei diritti, giornaliste, personaggi della tv e della radio che potessero portare la loro testimonianza circa la mancanza di parità nel mondo del lavoro, sociale e civile delle donne.

Queste serate, diventate poi “Cabarazze”, sono proseguite fino a giugno di quest’anno (2022).

Tra comiche professioniste note a tutto il pubblico, giovani comiche e anche allieve dei nostri corsi dell’Accademia, in questi anni sono salite sul palco di Cabarazze un centinaio di artiste diverse.

Negli ultimi mesi ho avuto molti dubbi se proseguire con le serate di Cabarazze, perché sento che non sempre la mia proposta viene considerata valida, dal momento che sempre più spesso le donne dicono di voler emergere senza “facilitazioni”, senza sentirsi una “categoria comica”. E hanno ragione, ecco perché da quest’anno Cabarazze sarà un Open Mic, ovvero un palco aperto sul quale non sceglierò io chi si esibirà. Voglio sperare che ci si voglia tutte aiutare e sostenere, proponendosi in autonomia e proponendo anche locali diversi nei quali portare le nostre serate. Vedremo cosa succederà!

Consigli per aspiranti comiche

 

Alle ragazze, alle donne, che vogliono affrontare il percorso della comicità consiglio innanzitutto di scoprire e approfondire tutte le artiste comiche del passato. Attenzione: non troviamo molte comiche nel mondo teatrale, del cinema e della tv, perché il concetto stesso di comica donna che sale sul palco è stato accettato da relativamente poco tempo. Una volta studiate le comiche del passato, cercate di conoscere le comiche donne di oggi, di tutto il mondo.

Consiglio anche di non cercare di emulare i comici uomini o di carpire i segreti da loro. Alle aspiranti comiche dico: create un linguaggio nuovo e originale, lavorate molto su voi stesse e siate oneste e trasparenti, prima con voi e poi con il pubblico. C’è assolutamente bisogno di creare un linguaggio puro, femminile, nella comicità, che sia anche un modo per far sentire tutte le altre donne comprese, coinvolte, parte integrante di una realtà che vale la pena di essere raccontata, cosicché ci si possa ritrovare, rispecchiare e confrontare, ma soprattutto supportare.

Come fa una donna a capire se è una brava comica?

Non esiste una scala con una misurazione oggettiva, perché si ride per motivi diversi.

La risata è una conseguenza delle nostre origini familiari e socioculturali, della nostra educazione, delle amicizie, delle delusioni che abbiamo avuto, delle sfide che abbiamo accettato e di quelle che non abbiamo accettato, e della cultura comica alla quale si è stati sottoposti nella vita. Non c’è una risposta a chi faccia più ridere in generale, ma c’è chi sa far ridere il pubblico che ha davanti a sé in quel momento.

Però a far ridere si può imparare: noi lo insegniamo, in Accademia. Perché ci crediamo, sempre, e non vediamo l’ora di insegnarlo ad altre persone che, come noi, credono nel potere della risata.

Sonja Collini, Presidente de l’Accademia del Comico

In accademia potrai incontrare grandi professionisti del mondo della comicità, imparare da loro ma soprattutto trovare il tuo modo di far ridere. Nella nostra scuola, infatti, non si insegna “un metodo”: preferiamo accompagnarti alla ricerca del tuo sguardo sul mondo, di quella prospettiva unica sulle cose che ti permetterà di sperimentare la tua chiave comica. Personale e irripetibile.

Nel blog parliamo di…