Le sette regole della comicità

L’Accademia del Comico nasce in Piemonte nel 1999 da una scommessa di un gruppo di comici dopo qualche bicchiere di Genepì. C’erano, tra gli altri, Leonardo Manera, Fabrizio Canciani, Max Pisu, Flavio Oreglio e Natalino Balasso. Ci siamo detti: proviamo. Così abbiamo fondato l’Accademia a Torino, che successivamente si è spostata a Milano e ora è presente anche a Roma.

L’Accademia è l’unica scuola dedicata esclusivamente alla comicità, e in Europa è la sola certificata con il metodo dello stand-up comedian Greg Dean, autore di David Letterman.

Gli obiettivi che ci poniamo come Accademia del Comico sono:

  • fornire un metodo;
  • condividere informazioni e idee;
  • aiutare i nostri studenti a trovare il coraggio di mettersi in gioco per dare spazio e voce al comico che è in loro.

Lo studio, la ricerca e i laboratori durano tre anni e sono aperti a cultori, studiosi e aspiranti comici di qualsiasi età.

Se stai pensando di affrontare questo percorso, eccoti le sette regole fondamentali della comicità, da leggere attentamente… prima dell’uso.

1) Assaggia tutti i tipi di comicità

 

Non chiuderti a riccio nelle tue abitudini. Lo stand-up comedian (che in Italia era ed è definito cabarettista, come scrive Flavio Oreglio nel suo “L’arte ribelle”) in fondo è un comico che sta in piedi con un microfono in mano.

Anche se conosci tutti i grandi nomi dei comedian statunitensi, inglesi, canadesi e australiani non dimenticare Walter Chiari, Gino Bramieri e Dario Fo. Assaggia la satira, i monologhisti come Angelo Pintus e chi ama indossare la maschera di un personaggio. Si può amare la comicità cattiva, il sarcasmo del primo Fantozzi e di Bill Hicks ma ridere anche con Totò, Troisi, Frank Matano e Boris Biancheri. Se ti stai chiedendo chi è questo Boris, continua ad assaggiare i prossimi sei punti di questa lista e lo scoprirai.

2) Non essere ridicolo

 

Molti pensano di essere comici perché fanno ridere gli amici in pizzeria. Non tengono in dovuto conto le birre bevute e ignorano se in quel momento gli altri stanno ridendo con loro o di loro. Bisogna fare attenzione a non essere ridicoli, il vero comico decide quando è il momento di far sorridere, ridacchiare o sghignazzare il pubblico. Lo controlla dal palco.

Purtroppo i tempi televisivi hanno svuotato man mano di senso la comicità. Il tempo comico ha dovuto fare i conti con la legge del tre: blocchi di tre minuti o multipli per seguire il ritmo degli stacchi pubblicitari. E così anche i comici professionisti rischiano di rendersi ridicoli.

3) Una biblioteca comica

 

Per capire la comicità non è necessario partire dai classici. All’inizio puoi evitare testi come Il motto di spirito di Sigmund Freud, Il riso di Henri Bergson o L’umorismo di Luigi Pirandello. Leggi Lezioni di comicità di Matteo Andreone, Totò. Manuale dell’attore comico di Dario Fo, Satiristas con le interviste ai grandi stand-up comedian americani e Le tragedie in due battute di Achille Campanile. Goditi intanto questa pillola comica…

Personaggi: il marito / la moglie / l’amante della moglie.

Ambientazione: camera da letto, ai giorni nostri.

Il marito, giungendo improvvisamente, trova la moglie intenta a tradirlo con uno sconosciuto:

– Ah, infame, dunque non mentiva la lettera anonima, da me ricevuta un’ora fa: tu hai un amante!

La moglie:

– E tu stai a credere alle lettere anonime? Andiamo!

(Sipario)

4) Il coraggio di fallire

 

Si può apprendere un metodo, sapere come va costruita una battuta e conoscere la matematica della comicità. Così si arriva a un buon punto ma poi ci vogliono un po’ di talento e soprattutto tanta voglia di mettersi in gioco. Senza il coraggio di rischiare è difficile fare il salto. Siamo stati educati a evitare il fallimento. Il comico non può permetterselo. Se non fallisci non impari.

5) Applica la comicità a qualsiasi cosa

 

La comicità può essere applicata a qualsiasi cosa e in alcuni casi diventa pure utile.

La pubblicità, per esempio, la sfrutta molto per rendere virali i propri messaggi, ma esistono corsi di leadership umoristica e perfino di gestione del conflitto incentrati sulla comicità.

Un maestro della gestione dei conflitti umoristica fu Boris Biancheri (eccolo che ritorna!), ex diplomatico italiano che partecipò ai negoziati tra israeliani ed egiziani dopo la guerra del Kippur. Nella tensione generale di quel difficile incontro si rivolse ai presenti dicendo: “siete tutti belli”, una battuta che stemperò la tensione perché inaspettata e non protocollare. Usò uno strumento comico basilare: fare vedere la realtà in un altro modo.

6) Prova qualcosa di diverso

 

Sul palco puoi dire quello che vuoi se hai la forza e la motivazione per farlo. Non ci sono limiti agli argomenti che è possibile trattare. Chiunque può alzarsi e protestare se parli di sesso, religione, malattie e morte ma questo non accade se tu sei stato abbastanza forte da farlo ridere. Non è facile ma ne vale la pena.

Pensateci, la religione attualmente convince la gente che c’è un uomo invisibile. Che vive nel cielo e guarda quello che fai in ogni minuto di ogni giorno. E l’uomo invisibile ha una lista speciale di 10 cose che non vuole che tu faccia. Se farai anche solo una di queste cose ha pronto un posto speciale per te, pieno di fuoco e fiamme e fumo e tortura e angosce dove vivrai per sempre e soffrirai e brucerai e griderai fino alla fine dei tempi. Ma lui ti ama. Ti ama e ha bisogno di soldi!

(George Carlin da Jammin in New York, 1992)

7) Allena il pensiero comico

 

Ognuno di noi vede la realtà e, così com’è, spesso non è piacevole. Se descriviamo ciò che vediamo non c’è nulla da ridere. Se esponiamo la nostra visione della realtà facciamo opinione e non comicità.

Il comico invece prende la realtà esterna e la sua visione per farle cozzare una contro l’altra creando una frattura. Nel mezzo della spaccatura tra realtà e interpretazione, il comico infila lo sguardo e coglie le contraddizioni. È possibile fare ridere raccontando questa frattura tra le due realtà. La comicità è togliere e non aggiungere.

La prima cosa utile per allenare il pensiero comico è andare oltre la propria formazione. Dobbiamo de-formarci, andare oltre noi stessi contro i condizionamenti della nostra educazione. Così ri-scopriremo il nostro lato comico!

Tratto dall’intervista fatta a Claudio Zucca da Francesco Menichella, e pubblicata su GQ.

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Vieni a scoprire di più sull’Accademia del Comico e sui corsi e workshop che offriamo.

Non c’è miglior modo di scoprire la propria comicità se non… mettendosi in gioco: ti aspettiamo.

In accademia potrai incontrare grandi professionisti del mondo della comicità, imparare da loro ma soprattutto trovare il tuo modo di far ridere. Nella nostra scuola, infatti, non si insegna “un metodo”: preferiamo accompagnarti alla ricerca del tuo sguardo sul mondo, di quella prospettiva unica sulle cose che ti permetterà di sperimentare la tua chiave comica. Personale e irripetibile.

Nel blog parliamo di…