Scrittura dell’assurdo

Workshop con Andrea Nani

Prendiamo dall’inconscio, lasciamo che dall’inconscio affiorino immagini, sensazioni, colori,
odori, ricordi distorti, e andando sempre più a fondo, ricordi di vite passate, immagini dagli
abissi dell’eternità senza tempo,
Lasciamo che la mente, componga, organizzi, associ e guardiamola mentre cerca
disperatamente, pateticamente di trovare soluzioni alla ridda di immagini, di informazioni
non conseguenziali, ma caotiche.
Sveliamo i meccanismi che girano a vuoto, e sorprendiamoci del misero funzionamento di
questi meccanismi che è quello che determina il nostro pensiero in seguito al quale, grazie al
quale, in conseguenza del quale prendiamo decisioni, abbiamo reazioni, compiamo azioni
apparentemente volontarie.
La mente è solo uno dei livelli percettivi in conseguenza del quale ci muoviamo, ci
comportiamo, viviamo. L’affaccio, il riflesso in funzione del quale la mente organizza e
programma il comportamento, è il mondo, l’insieme complesso di convenzioni sistematizzate
dinamiche e contraddittorie nello stesso tempo.
Altri livelli di percezione contribuiscono alle scelte, all’azione: il livello materiale corporeo,
come il corpo fisico sente, vede l’ambiente fisico. gli elementi primari acqua, aria, terra, fuoco,
San Remo…
Il livello spirituale: come viene percepito, intuito l’ignoto, il metafisico, il non corporeo,
l’eterno, l’immortale, l’aldilà.
Il livello della sessualità. Se ne parla molto.

La mente è un autista che si crede anche il mezzo,
e un mezzo che si crede autista. Da cui l’autismo.
E il complesso di Chauffeur – Andrea Nani

Fare teatro dell’assurdo, mettere in scena, in scrittura, in qualsiasi forma d’arte,
forma/linguaggio espressivo è un’operazione di frontiera, nel senso che si disegna una
frontiera che non vuole separare due parti ma è il disegno del luogo in cui le parti tendono a
penetrare l’una nell’altra, un luogo che è al tempo stesso reale perché la rappresentazione che
ne fa, teatro, poesia, musica, pittura, etc, è reale, ed è irreale perché fatta di cose che non
appartengono alla dimensione reale: inconscio, visione, fantasia.
Quando si fa teatro dell’assurdo si attinge e ci si rivolge contemporaneamente al di qua e al di
là di quella frontiera. Da una posizione di creazione, la frontiera stessa, la cui esistenza è
instabile, non dimostrabile, non replicabile.
Si mettono in relazione le due dimensioni, le si fanno incontrare. Da questo incontro non è
prevedibile cosa possa succedere

“Un’opera teatrale deve essere il punto di congiunzione dove il mondo visibile
e quello invisibile si toccano e si urtano, in altre parole, l’espressione,
la rivelazione del contenuto nascosto, latente che contiene i germi del dramma.

– Arthur Adamov

È anche il punto di congiunzione del proprio mondo invisibile, l’inconscio, con la parte conscia
che è anche parte dell’inconscio collettivo o coscienza universale.
Questa è solo una mappa sbagliata e non dimostrabile che proprio per questo può orientare
lungo un percorso in cui non esistono indicazioni, non esistono riferimenti per una
geometrica triangolazione e un calcolo esatto delle distanze, e tutto può succedere.
Martin Esslin è il critico che ha coniato il termine Teatro dell’assurdo:
Autori di riferimento:
Samuel Beckett; Jean Tardieu; Eugène Ionesco; Karl Valentin; Arthur Adamov;
Harold Pinter; Robert Pinget; Boris Vian; Jean Genet;
Achille Campanile;
Altri riferimenti:
Surrealismo: André Breton
Espressionismo: Kafka
Oltre l’assurdo: Jodorowsky

PROGRAMMA

Presentazione, chi sono cosa faccio, perché sono qui.
Surrealismo, Assurdo, Spettacolo, Società dello spettacolo
Teatro dell’assurdo: riferimenti
Nonsense come via di fuga
Nonsense come cifra stilistica
Strutture narrative: lineari vs frattali
Esercitazioni:
vari di riscaldamento, esplorazione e scrittura dell’inconscio, associazioni mentali,
pratiche sinestetiche attraverso la scrittura: vedere i profumi, sentire le immagini
(in gruppi di tre)
intervista asincrona,
parlare fino al silenzio,
atterraggio infinito

Andrea Nani, milanese, classe 1967, è un giocoliere di parole, mondi e visioni, nonché autore e attore di cabaret dell’assurdo. Insegna creatività e progettazione alla scuola Mohole di Milano.

Ha portato in scena spettacoli e performance come “C’è poco da reading”, “Che cos’è l’amore se non tutto un grande misunderstanding”, “Non sono vintage, sono tua nonna”.

Ha pubblicato i gialli visionari della serie “Paul Niente Detective” e “Herman Hesselunga. Il più grande poeta della grande distribuzione”.

Deve la sua poetica e il suo repertorio alle ossessioni per il disorientamento, il disadattamento, i lapsus e gli errori come generatori di nuove dimensioni comiche e insieme tragiche.

Ha raggiunto il Nirvana già tre volte ma ha sempre trovato chiuso.

Milano >> sabato 2 e domenica 3 dicembre dalle ore 10 alle ore 18
Per maggiori informazioni, contattaci.

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